Michel Kilo, intellettuale siriano-cristiano, anima del Syrian Democratic Forum e capo della delegazione siriana che si è recata a Mosca per discutere la crisi del regime, dice che l’opposizione siriana è pronta al dialogo “con tutti i gruppi all’interno del regime che vogliono promuovere la democrazia.” E ribadisce: “Anche Mosca l’ha capito, ormai Assad è giunto al capolinea. E’ un Dead Man Walking.” Michel Kilo è il decano degli oppositori al regime. E’ stato liberato dal carcere nel 2009 dopo tre anni di detenzione.
È garantita la libertà dei culti religiosi anche se la costituzione prevede che il presidente debba essere di religione maomettana.
La maggioranza della popolazione (74%) è di fede sunnita, mentre il 13% della popolazione appartiene ad altre correnti musulmane come i drusi (soprattutto a sud), e gli alauiti, un ramo degli sciiti; questi ultimi rivestono un ruolo politico particolare in quanto i comandi delle forze armate e lo stesso presidente appartengono alla minoranza alauita.
Circa il 10% della popolazione è di fede cristiana, presente soprattutto nel nord del paese e aderente per metà alla chiesa ortodossa – Patriarcato di Antiochia e per il resto divisi fra Chiesa cattolica, divisa in varie comunità (melchiti, maroniti, siri, armeno-cattolici, caldei, …), Chiesa ortodossa siriaca, chiesa apostolica armena, chiesa assira, oltre a piccolissime minoranze protestanti.
Nel 1982 padre Paolo Dall’Oglio, presente in Siria dagli anni Ottanta del XIX secolo, ha rifondato l’antico monastero «Mar Musa Al Habachi» (San Mosè l’Abissino), fondato nel VI secolo.
Sono rimaste poche decine di giudei a Damasco, Qamishli ed Aleppo, sottoposti a forti limitazioni nello svolgimento della vita civile e religiosa.
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